CONTRADA SELVATICO

STORIA

Il nome Selvatico deriva dal latino silvae, cioè bosco o selva allo stato naturale.
60 anni orsono lo era veramente ed era abitato da pochissime famiglie. Il patrimonio naturale, oltre ai boschi, erano la freschissima acqua sorgiva e l'antica fontana del Selvatico completa di abbeveratoio e lavatorio ("Lo schiavo"), per non parlare degli stagni pieni di farfalle che la circondavano e l' immenso verde che quasi invadeva il piccolo sentiero che conduceva al paese.
Le uniche risorse erano l' allevamento del bestiame e l' agricoltura. L' otto di settembre del 1946, dopo le sofferenze e l' incolumità della guerra, Padre Girolamo Mele, insieme agli abitanti della zona, fondarono la chiesetta del Selvatico, dedicata alla Madonna del Buon Consiglio. Il progresso poi inevitabilmente se pur lentamente cambiò il volto di questa contrada: l'unica strada che c' era fu allargata e successivamente asfaltata, la fontana fu distrutta da un industria mineraria, alle soglie degli anni 60 arrivarono: la rete telefonica, la luce elettrica e poi la rete idrica con l'acqua del Sembrivio, agli inizi degli anni 60 si svilupparono le prime imprese edili e artigiane e qualche negozio alimentare e fu installato il primo telefono pubblico.
Negli anni 80 gli abitanti della zona con le loro risorse installarono l' illuminazione per le strade, poi negli anni 85-90 il comitato di zona di allora, in collaborazione con i cittadini, inaugurò un'altra strada di sfondo che permetteva il transito degli scuolabus collegandosi alla strada provinciale di Via Giulianello.

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